Comportamento problema: cos’è e si può intervenire?

Il Comportamento Problema: cos’è?

Nel complesso mondo della disabilità, un tema importante riguarda la presenza di Comportamenti Problema, ovvero di comportamenti che sono distruttivi o pericolosi per la persona che li mette in atto, per gli altri o per l’ambiente di vita. Oltre alla pericolosità, possono essere anche sconvenienti dal punto di vista sociale, e ostacolare l’interazione con le altre persone.

Atteggiamenti che accomunano individui con comportamenti problema sono:

  • Aggressioni verbali e fisiche verso altre persone
  • Autolesionismo
  • Ingestione incontrollabile
  • Distruzione di oggetti o dell’ambiente circostante
  • Atteggiamenti socialmente scorretti (urlare, sputare ecc..)

Ci si riferisce quindi ad un comportamento definendolo “problema” se viene realizzato con un’intensità anomala e frequente tale da minare la sicurezza altrui e il normale inserimento nella società.

Spesso la famiglia alle prese con i comportamenti problema fa sì che vengano ridotti al minimo i contatti sociali.

Diventa fondamentale quindi sapere che con le dovute accortezze e anche grazie a percorsi guidati da operatori esperti, questo tipo di situazioni e patologie possono essere davvero gestibili e la paura di affrontarle può essere accantonata.

 

Le cause del Comportamento problema

Le cause possono sono molteplici, tra queste, il sovraccarico emotivo o sensoriale perché possono essere condizionati dall’ambiente esterno ma talvolta il comportamento è mantenuto da meccanismi intrinseci.

Senza la pretesa di essere esaustivi, le cause più frequenti di comportamenti problema sembrano essere:

  • mancanza di attenzione
  • non poter avere qualcosa che si desidera
  • passaggio da un’attività gradita ad un’altra
  • richiesta o istruzione non gradita da parte del caregiver
  • rinforzatori sono accessibili in modo gratuito o anche per altri comportamenti
  • rinforzatori con basso valore per la persona o assenti
  • difficoltà/durata dell’attività

Assumere una posizione evitante o dispotica non aiuta a gestire la patologia in questione, piuttosto una possibile soluzione potrebbe essere arrivare a capire le ragioni che si celano dietro al problema evitando in questo modo di arrecare danni agli altri ed essere costretti ad un isolamento sociale o cadere in una forte condizione di stress.

 

Come si potrebbe intervenire?

In seguito ad un’attenta analisi del caso, e osservazione del comportamento problema, sarebbe efficace promuovere come inizio di un percorso due tipi di interventi:

  1. Intervento proattivo: lo studio di atteggiamenti avvenuti in precedenza per trovare dei metodi di identificazione e azione efficaci che possano prevenire, ridurre e cercare di contenere che un comportamento si manifesti
  2. Intervento reattivo: definire una strategia di gestione delle conseguenze e tentare di modificarne la frequenza

Funzionale sarebbe promuovere e sensibilizzare un intervento professionale che possa fornire un aiuto reale e mirato inserendo la persona con disabilità e la famiglia in un percorso di crescita, gestione e educazione all’assistenza così da rendere tutto più semplice, alleviando la condizione difficile nella quale ci si può trovare e affrontandola con più consapevolezza.

Una delle metodologie più frequentemente utilizzate è la cosiddetta analisi ABC, dove:

  • A sta per Antecedenti
  • B per Behavior (comportamento)
  • C per Conseguenze,

E’ necessario giungere a definire cosa precede la comparsa del comportamento problematico e quali sono le conseguenze che esso provoca.

In questo modo si arriverà pertanto ad avere una sequenza di comportamenti che darà al professionista, al Coach Familiare ed alla famiglia le prime informazioni utili per impostare un percorso di estinzione del Comportamento problema.

Photo: Pexels

 

 

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